Giuseppe Cola Giuseppe Cola
 

Il Casale e la Tenuta di S.Anzino

Il Casale di S.Ansino si trova a nord delle ritrovate <<Acquae Ceretane>> sopra ad una modesta altura che farebbe presumere  ad un utilizzo precedente e oggi giace sotto la giurisdizione amministrativa dell’Università Agraria di  Tolfa. Da una ricognizione di superficie si può constatare  che nell’area della tenuta sono individuabili delle delimitazioni perimetrali di numerose ville  d’epoca imperiale cui fa probabilmente riferimento Rutilio Namaziano. Sono estremamente interessanti e dotate di magnifici marmi quelle situate a <La Legarella>(un piccolo sbarramento nel fosso per utilizzare l’acqua come forza motrice). Queste ville sono in balia dei clandestini mentre andrebbero studiate,  catalogate e quindi valorizzate insieme ai resti di fornaci presente nei dintorni. Oltre a queste strutture  si possono riconoscere tombe sempre violate dai clandestini. La storia della tenuta  è finora completamente  sconosciuta per cui si raccolgono le prime notizie onde  poté tracciare un   preliminare profilo storico. Nel 1312  fu soppresso l’Ordine dei Templari e la maggior parte dei suoi beni passò all’Ordine  di S.Giovanni di Gerusalemme che era stato fondato intorno al  1048  da mercanti d’Amalfi che   edificarono un Ospedale su di un pezzo di terra concesso dal Califfo d’Egitto. L’Ospedale che serviva da ricovero ai pellegrini fu dedicato a S.Giovanni Battista. Il Priorato venne posto presso la Chiesa  ed il palazzo di S.Basilio di Nerva. Nel 1334 fu compilato presso il Priorato l’inventario dei beni dell’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme e tra i suoi fondi è detto : << item fines tenimenti Castri Saxi quod  pertinent ad dicitum hospitale  , a duabus lateribus tenet Alexius  Bonaventure, a terzio tenimenti Castri Carcharis, a quarto  tenimentum Castri Montis Castanee, a tenimentum Tulfe Nove, quod  est in semente   inter terras  et VI rubla et in.>>,che il Silvestrelli così completa e traduce i <<tenimento del Sasso, confinante con i territori di Castel  del Sasso, Carcari, Monte Castagna (o) e Tolfa Nuova. Nell’inventario è lasciata in bianco la superficie, ma dai confini sopraddetti si vede che il fondo corrisponde esattamente alla tenuta di S.Ansino, di 408 rubbia, che l’Ordine possedette sino a pochi anni or sono>> .(G.Silvestrelli, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, Serie quinta, Vol. XXVI, Roma 1937). La tenuta di S.Ansino dovette pervenire poi alla Camera Apostolica se da questa fu acquistata, assieme alla tenuta del Castel del Sasso del  quale seguirà le vicende, da Stefano di Francesco Crescenti per la somma di 1.025 ducati d’oro. Il 4 Settembre 1474 fu data disposizione che il debito contratto da Stefano con la Camera Apostolica fosse ridotto di un quarto in quanto aveva obbedito all’intimazione di restituire un quarto delle due tenute. Il debito dovette essere estinto nel giro di pochi anni se il 14 Settembre 1478 le tenute furono date in pegno al Cardinale Estouteville. Non è noto chi le riscattò ,probabilmente la stessa Camera Apostolica, è invece documentato che a Ceccolella , vedova di Renzo Stefaneschi , il 6 Giugno 1483 le furono concessi , a carico della <<Dohana pecudum >>, 100 scudi l’anno per i frutti delle due tenute in <<Ratione octave partis dicte tenute>> ( il 2 Ottobre 1483 fu venduta la metà del Sasso all’Ospedale di S. Sisto  presso Ripa Grande, l’altra metà alla Camera Apostolica). Resta un certo vuoto documentario interrotto nel 1580,quando la tenuta di S.Ansino  è elencata tra i beni appartenenti all’Ospedale di S. Spirito in Sassia. Ma probabilmente la tenuta di S.Ansino dovette ritornare nelle mani dell’Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme. In epoca moderna   il 17 Luglio 1834 il direttore del censo del Governo Pontificio certificò che le seguenti tenute, pur essendo annotate sotto la Delegazione di Civitavecchia  e Viterbo , non sono mai state distaccate dall’Agro Romano :Zambra , Palo , Montetosto, S. Ansino S. Severa, S. Marinella, Ceri (per la tenuta detta << li Monteroni di sotto>>) e Carlotta con il quarto di Manziana , Valle Connetta , Sasso , Castel Giuliano,  Cerveteri (per  la tenuta di Campo di Mare) e Vallerana. Sempre in epoca moderna troviamo la tenuta di S .Ansino in possesso dei Marchesi Patrizi , per una estensione di 737.62 ettari , che l’avevano avuta in  enfiteusi dall’Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme e che poi ne affrancarono il canone. Dovrebbe appartenere ai Marchesi Patrizi la lettera <<P>> che si trova scolpita su di una serie di cippi di confini posti lungo un muro a secco situato a sud de <<La Casermetta Forestale>>. Da un lato è scolpito il numero progressivo ,  dall’altro lato, oltre la <<P>>, è scolpito l’anno 1840 e sopra la linea direzionale del confine .G. Cola e F. Pierini hanno rilevato inoltre i  numeri 19-25-27-28 e 29 posti ad una distanza di circa 50 mt. Sicuramente questi numeri scolpiti sono la ripetizione moderna di quelli situati presso il <<Sasso della Strega>> :XXIV e XXV seguite nel tempo da quelli situati a <<Grasceta Tonda >>e <<Tittarella>> .

Tratto da : Il BOLLETTINO della S .T.A.S . , dell’anno 1997. 

 

Torna su