index

Moretti pagina 1

Innocenzo Moretti
 

Pagina 1 Pagina 3

Se sia o no censurabile questo cambiamento di rotta nella direzione dell'Impresa, lo vedremo in seguito; per ora esponiamo dei dati statistici riguardanti la produzione mineraria e quella di fabbricazione, per poter più facilmente analizzare i provvedimenti della nuova Società imprenditrice, in relazione all'interesse generale ed allo sviluppo dell'impresa. Inoltre, conosciuti, attraverso le cifre che seguono, alcuni elementi essenziali dell'organismo aziendale, meglio potremo scorgere le cause del male e sue imperfezioni e lacune che ne ostacolano lo sviluppo, per invocare infine quel provvedimenti che si ritengono necessari per la sua prosperità futura.
Produzione, Commercio e prezzi dell'Allumite nel periodo 1885-1905

Anno

Produzione

Allunite

tonn.te

Valore

Unitario

p. tonn.

Quantità

esportata

tonn.

Quantità lavo-

rata a Civ.Vecchia

tonn.te

Lavoranti

nelle Miniere

 

Osservazioni

1885

1886

1887

1888

1889

1890

1891

1892

1893

1894

1895

1896

1897

1898

1899

1901

1902

1903

1904

1905

6000

6000

6000

6050

5600

5000

40OO

4000

4200

60,00

7000

6000

6500

7000

5800

5200

4900

8100

8200

8000

8500

30,-

30,-

     5, (1)

5,-

5,-

5,5

  4,80

  4,80

  4,80

4,-

4,-

5,-

5,-

5,-

5,-

7,-

    12,-

7,50

6,-

6,-

6,-

5100

5000

4000

4200

5500

4000

3500

350O

3600

4500

5600

5000

4900

5300

4200

3900

4100

7000

5900

6500

7000

730

650

700

800

980

600

480

480

500

1500

630

1000

1250

1300

1500

1300

800

-

2200

1500

1500

93

93

93

93

76

84

75

72

75

87

88

87

86

96

85

95

99

92

73

72

 

 

 

(1) Il valore del

minerale si riferí-

sce a quello grez-

zo sui piazzali

delle miniere.

Produzione e prezzi dell'Allume nel periodo 1685-1905.Torna su

 

Anno

 

Allume

tonn.te

Valore

unitario

p. tonn.

Solfato

d'allumite

tonn.te

Valore

unitario

p. tonn.

Operai occu pati nella officina di Civ. Vecchia

 

Osservazioni

1885

1886

1887

1888

1889

1890

1891

1892

1893

1894

1895

1896

1897

1898

1899

1900

1901

1902

1903

1904

1905

1550

1320

1500

1070

955

795

700

670

695

495

655

500

680

765

815

817

805

875

890

1105

895

125,-

115,-

130,-

120,--

100,-

90.-

92,45

90,-

89,96

80,-

75,-

71,-

90,-

95,-

110,-

108,40

105,-

101,90

99,50

78,90

76,50

460

2400

200

210

180

160

220

210

210

380

830

910

740

715

820

913

860

920

780

760

880

80,-

70,-

100,-

70,-

70,-

70,-

70,-

65,-

60,-

60,-

60,-

60,-

70,-

SO,-

SO,-

90,-

80,-

80,-

70,-

72,-

69,-

93

,53

54

65

65

49

39

45

47

47

53

47

44

60

73

74

70

74

70

65

70

 

Produzione e Prezzi dell'Allumite nel periodo 1906-1923 (1)'

Anno

Allumite

tonn.

Valore unitario

Lire

operai impiegati

nelle miniere

Oss ervazioni

1906

1907

190S

1909

1910

1911

1912

1917

1914

1915

1916

1917

1918

19.19

1920

1921

1922

1923

7500

7600

6165

5636

6081

6100

6002

5976

3700

4850

3370

2455

2017

34-45

3307

1171

6,50

      7,-

6,50

   14,-

  14,-

 14,-

 15,-

 16,-

 17,-

 18,-

 22,-

 30,-

 35,-

 40,-

   47,93

 83,-

 

72

Ometto le cifre che ri-

guardano il commercio di e-

sportazione, perché esse si

mantennero nelle stesse pro-

porzioni indicate nel prospet-

to precedente.

 

Questo periodo della guer-

ra fu caratterizzato per la

mancanza di mano d'opera e

alto costo di trasporti che in-

fluirono molto sulla diminu-

ione della produzione.

Per facilitare le brevi considerazioni che farò sui dati statistici suesposti è opportuno, e se vogliamo necessario ai fini cui mi prefiggo, di vedere l'impresa in esame in industria mineraria e di fabbricazione. Innanzi tutto dirò che per la prima la costruzione di una linea ferroviaria che unisca le allumiere con  Civitavecchia, è condizione indispensabile per il rigoglio dell'industria stessa, per la seconda, può costituire un elemento favorevole per vincere la concorrenza degli allumi sintetici. La produzione del commercio delle allumiti, nel periodo esaminato, ci prospetta la realizzazione di quel nuovo indirizzo impresso all'impresa dalla Compagnia Generale dell'Allume Romano, fin dall'inizio della sua gestione. Non ampie oscillazioni nelle produzioni, solamente fu diminuita quella degli allumi composti, in confronto con il periodo di gestione della Financière » ; poche variazioni subiscono la produzione e l'esportazione  del minerale, rispetto alla media generale del lungo periodo 1885-1922. Torna su

(1)     Vedi Rivista del Servizio Minerario.

Solo nel periodo bellico per mancanza di mano d'opera, si ha una forte diminuzione nelle produzioni ed in quello post-bellico, per deficienza di trasporti e per l'assenza del mercato di esportazione tedesco, che assorbiva prima della guerra un quinto della produzione mineraria, parecchie migliaia di tonnellate di minerale giacciono sui piazzali delle miniere. Queste ultime cause, che influivano potentemente sull'andamento dell'industria nel periodo bellico e post bellico, sono per la loro stessa natura transitorie, e perciò fatalmente dovranno man mano scomparire; quel che resta immancabilmente a gravare enormemente il prezzo del minerale è il costo del trasporto dalle miniere a Civitavecchia, che ancora si effettua con carri trainati da buoi. Difatti, mentre prima della guerra ammontava a L. 6 la tonn. è andato man mano aumentando fino a L. 27 ed anche 30; a tale spesa aggiungasi quella per la mano d'opera che è pure salita abbastanza, e vedremo, se potremo fornire questo minerale ad un prezzo di concorrenza, quantunque per i suoi pregi possa ancora preferirsi alla bauxite, criolite, leucite, scisti alluminosi, etc. E' necessario dunque dotare le miniere di una linea di comunicazione economica che possa permettere un forte ribasso nel costo del trasporto di minerale a Civitavecchia, perché è proprio tale costo che viene ad ostacolare eccessivamente lo sviluppo di quest'industria mineraria, così importante per la regione  in esame. Il mezzo di trasporto succitato, tuttora praticato, è divenuto ormai addirittura antieconomico, poiché, come parlano le cifre suesposte, riguardo ai prezzi dei minerale in. un lungo periodo di tempo, è chiaro che esso viene a raddoppiare il prezzo dell'allumite resa fob. Civitavecchia. Infatti la media del prezzo del minerale nel, periodo 1887-1907 è di L. 5,28 (1), il costo del trasporto supera come media le L. 5; altrettanto dicasi per il periodo successivo, dunque è appunto tale costo che entra nel prezzo come coefficiente notevole di composizione di esso, con danni incalcolabili per la prosperità dell'industria mineraria. Diamo ora un rapido sguardo all'industria di fabbricazione dei prodotti chimici, non potendo farla passare sotto silenzio, perché intimamente collegata a quella mineraria e suscettibile di essere inclusa nel presente lavoro, allorché una via di comunicazione, facile ed economica, la colleghi con le miniere.

(1) Il prezzo medio dell'allumite, si riferisce a quella sui piazzali delle miniere

La produzione d'allume nel ventennio esaminato, va decrescendo, salvo a riprendere la via ascensionale, per effetto dei prezzi aumentati, e non già per cambiamento di direttive della Compagnia; quella del solfato d'allumina va pure aumentando per il mercato ancora incontra­stato che la Compagnia deteneva nell'Italia Centrale e Meridionale. Lo stesso ritmo di produzione dei prodotti chimici ed un commercio proporzionale dì esportazione del minerale, si avranno nel periodo susseguente, cioè nel  1906 al 1922, perché nessun nuovo criterio direttivo sopraggiunge a modificare l'indirizzo generale dato all'Impresa dalla Compagnia Generale dell'Allume Romano fin dall'inizio della sua gestione. Si noti però che, in questi ultimi anni, sia la produzione delle miniere, sopraccarichi nei loro piazzali di materia prima per ben 25 mila tonnellate, come lo Stabilimento di Civitavecchia, sono restati completamente inattivi, e solo ora si nota una ripresa graduale nei lavori minerari, i quali speriamo siano indizio augurale di un avvenire più prospero. Ho voluto esporre le vicende storiche dell'impresa, nel periodo in cui fu gestito dalla Società « La Financière » per compiere gli opportuni confronti con i periodi susseguenti, proponendomi anche di dimostrare che le iniziative della « Financière », se fossero state opportunamente protette e stimolate, ci avrebbero resi seri vantaggi. Fatta una media degli operai impiegati dalla « Financière » nelle miniere e dello Stabilimento in un settennio 1877-883  troviamo che essi ascendono a 217, mentre la media del periodo 1885905 è di 144; dunque una notevole diminuzione negli operai specialmente presso lo Stabilimento. Si esaminino le tariffe doganali tedesche, francesi, ecc. rispetto a questi prodotti, e troveremo che già fin dal 1886, la tariffa generale della Germania, gravava l'Allume e solfato d'allumina di 30 marchi oro  la tonn. la Francia di 15 franchi, e noi solamente di L. 5; dazio così esiguo non avente, evidentemente, nessun carattere protettivo. Per dirigere la nostra attività economica, dobbiamo proprio prescindere completamente dall'elemento demografico che è proprio quello che dovrebbe informare tutta la nostra politica economica? Date le restrizioni vigenti in molti mercati d'immigrazione transoceanici, e tenendo sempre presente che l'esodo del capitale umano, si effettua sempre in perdita, sarebbe stolto non tener conto di questa ricchezza per utilizzarla in gran parte in Patria, anche a prezzo di qualche sacrificio economico d'altra specie. Anche rispetto ai trasporti nulla fu fatto per aiutare lo sviluppo di quest'industria, che progredita convenientemente, avrebbe potuto costituire una notevole sorgente di lavoro per la popolazione di Civitavecchia. Dunque noi, sull'esempio degli, altri Stati e tenendo presente la nostra grande disponibilità di mano d'opera, potevamo assicurare almeno il mercato interno agli allumi composti e solfato d'allumina, per incoraggiare l'iniziativa privata di quella Società, che è degna di lode. Invece il minerale, come possiamo desumere dai precedenti dati, si esporta in gran parte per alimentare industrie estere, mentre noi importiamo una notevole quantità di allumi composti esportandone pochissimi; logicamente sarebbe bene lavorare in Patria una quantità maggiore di allumite  escavata. La Compagnia esercente le miniere, esporta buona parte del minerale in Francia, per fornire la materia prima ad una sua fabbrica di allumi potassici, che colà possiede. Una domanda sorge spontanea: perché la Compagnia trova conveniente lavorare in Francia le allumiti, piuttosto che a Civitavecchia? I coefficienti di fabbricazione che si ritengono inferiori a quelli francesi, hanno un carattere organico o semplicemente funzionale? Un esame accurato di essi ci dimostrerà l'assurdità di una esclusione aprioristica di una determinata forma di attività, senza aver prima vagliata la natura degli elementi d'inferiorità che impediscono all'azienda di porsi nel campo della libera concorrenza internazionale. 1) Anzitutto la materia prima (allumite) può aversi a Civitavecchia ad un costo più basso, quantunque sia già gravata abbastanza dalle spese di trasporto dalle miniere allo Stabilimento: spese che sono suscettibili di riduzione dopo la costruzione della linea Civitavecchia Manziana. Torna su

2) I salari per ovvie ragioni sono sempre poco più bassi che in Francia.
3) La situazione geografica di Civitavecchia è favorevolissima per l'approvvigionamento del carbon fossile, lignite, zolfo, ecc. oltreché per l'esportazione dei prodotti finiti, sia all'interno che all'estero.

L'unico elemento d'inferiorità è il mercato interno che la Francia ha saputo riservarsi, mentre noi non lo abbiamo voluto, lasciando perire quell'industria sotto i colpi della concorrenza estera. Posto ciò non è affatto approvabile il facile espediente, già messo in pratica dalla Compagnia Generale dell'Allume Romano, di esportare gran parte del minerale e lasciare in uno stato di semi abbandono lo stabilimento di Civitavecchia, attribuendosi il merito di aver salvata, mediante questo mezzo, l'industria mineraria delle allumiti che inesorabilmente sarebbe stata colpita da una crisi profonda. Noi non crediamo a coteste chiacchiere; se quel ripiego semplice e comodo, molto bene, collima con gli interessi particolari e reconditi della Compagnia, altrettanto non possiamo dire se consideriamo la questione dal punto di vista dell'interesse generale. Quali sforzi, e quali provvedimenti adottò la Società concessionaria per ridurre ancora il costo di produzione e vincere così la concorrenza degli allumi sintetici? Perché la suddetta Società non ha avuto mai il minimo interessamento, per facilitare, col suo appoggio, l'azione degli enti locali, diretta ad ottenere la tanto desiderata ferrovia ? Perché non rivolgersi al Governo per ottenere facilitazioni di trasporto o doganali, se veramente avesse avuta l'idea di difendersi, e prosperare? Già dimostrai che i tedeschi potettero conquistare il nostro mercato settentrionale, solo per facilitazione di trasporto e protezione doganale, altrettanto potevamo fare noi perché ci trovavamo in condizioni migliori. rispetto al costo di produzione. Altre industrie, in Italia, hanno incontrato davvero serie difficoltà, eppure le hanno mirabilmente superate ed oggi possono competere liberamente con quelle estere. Io sono d'avviso che, ottenuta una riduzione nel costo del trasporto dell'allumite a Civitavecchia, concesse le debite facilitazioni, s'intende se fossero necessarie, tolte di mezzo le cause ostacolatrici, più o meno larvate, i nostri allumi, per la facilitazione di cristallizzazione, costanza dì composizione, nonché per i loro pregi caratteristici (1) saranno certamente in grado di resistere alla concorrenza di quelli sintetici e vincerla definitivamente. Dunque, per cotesta industria chimica di Civitavecchia, ai coefficienti sfavorevoli di  carattere funzionale, si aggiunge quello, del trasporto del minerale che non potrà mai ridursi finché questa regione, direi quasi impervia, non si ponga a contatto diretto col suo centro naturale di sbocco che è il Porto di Civitavecchia. Concludendo per ciò che riguarda questo minerale così importante che, come abbiamo visto precedentemente, tanti cospicui redditi procurò all'Erario Pontificio, che ha una Storia così piena di interferenze politico - sociali, che valse fin dal Medio Evo a caratterizzare la vita economica di quella regione, la costruzione della linea ferroviaria Civitavecchia Manziana, che attraversi le miniere delle allumiti, costituisce oggi ragione di vita per l'industria mineraria e d'altra parte può essere un elemento favorevolissimo per l'industria chimica di Civitavecchia. Il Direttore di quelle Miniere, in un suo articolo sulla « Miniera Italiana » del 1923 (2) che scrive a proposito del padiglione dell'Allume costruito dalla Compagnia alla Mostra Romana, ammonisce che, tale antico prodotto minerario romano, non deve essere dimenticato dalla generazione presente, ed io aggiungo che, se vogliamo dimostrare di tenerlo veramente in debito conto, dovremo incominciare dall'eliminare ciò che osta principalmente allo sviluppo di tale industria e cioè risolvere il problema dei trasporti perché quel centro minerario trovasi ancora avulso da ogni via di comunicazione.

(1)     ABELARDO ROMEGIALLI (Annuario R. Istituto Tecnico di Roma Roma 18801.
(2)
     Ing. DENTI «La Miniera Italiana» 1923, n. 9

CAPITOLO III

Caolino.

SOMMARIO: Sua importanza e proprietà eccellenti - Produzione Commer­cio - Causa del suo limitato sfruttamento Mezzi per eliminarlo.   Torna su

Questo  minerale trovasi lungo la via Claudia, vicina alla frazione di Allumiere « La Bianca » che dista da Civitavecchia di 15 km. circa. Secondo il De Marchi, trovasi quivi in pezzi di molta purezza, di un bel colore bianco, ora colorato da veli di ferro ocraceo che ne attraversano la massa in vario senso; più spesso in intima mescolanza con la trachite non ben decomposta, non di rado anche in associazione con le allumiti. Il primo ad ottenere la concessione per l'escavazione ed il brevetto di privativa, per preparare, depurare e vendere l'argilla della Tolfa, atta a fare la porcellana, nel 1856, fu il sig. Crescenzio Bondì, il quale proponeva di sostituire ai caolini esteri quello non meno pregiato della Tolfa, e fondare presso le cave una fabbrica di prodotti ceramici. Difatti eresse alla Bianca un piccolo edifizio, con macine a motore animale, per trarre partito dalle trachiti decomposte incompletamente, senza però fare diligenti ricerche per utilizzare il caolino puro nella fabbricazione delle porcellane, dei crogioli refrattari, e delle paste da biscotto. Siccome egli si era dato alla fabbricazione dei mattoni refrattari, quando chiese la rinnovazione del brevetto, si oppose la Società Romana per le Miniere di Ferro, e quindi nel 1871, cessò tale privativa. Mediante cessione, nel 1876, l'impresa passò alla Società Marchand e C. la quale cercò di dare un notevole impulso alla produzione ed al commercio di tale prodotto; migliorando la qualità, aumentando il numero degli operai e facendo ricerche diligenti nei luoghi denominati «Il Picchetto » e « L'Elcetto ». Inoltre, fece erigere, sempre presso la Bianca, un'officina con apparecchi mossi da una macchina a vapore a cilindri orizzontali. In seguito, la concessione fu ottenuta dalla Società dei Caolini Romani, Tagliacozzo e C. l'attività della quale la esamineremo, in appresso. E' opportuno riportare qui alcuni giudizi di competenti che illustrarono, adducendone le prove, i pregi dei caolini della Tolfa. Giuseppe Corona (1) così scriveva circa l'importanza di, tale minerale: « Nella provincia Romana, in Circondario di Civitavecchia, noi abbiamo un tesoro della più eletta terra fittile, nella cava di caolino della « Tolfa, che sta nei monti dello stesso nome. Quantunque esso si presenti non troppo puro per le sottilissime vene di ferro ocraceo, pure  fu usato nello Stabilimento Richard con  buon esito, ed il cav. Picozzi « nella sua manifattura di  Colosco ne usò 600  quintali e le  maioliche che  ne ottenne furono premiate a Parigi nel 1867 ». Altri lo sperimentarono ottenendo dei risultati soddisfacenti, ciò nonostante non potettero procedere ad un suo sfruttamento per diverse cause: 1) si tenga presente che tale materia prima doveva inviarsi alle Industrie Ceramiche, tutte nel nord Italia e quindi più inclini a rifornirsi di caolini francesi ed inglesi già molto accreditati;

(1)   « L'Italia Ceramica  Roma, Eredi Botta. 1880­
2) mancavano sul posto, cioè presso le cave, officine per la depurazione dei quarzi e dei feldspati, per la macinazione e decantazione dei caolino, come del resto fanno i francesi per i caolini di Saint Yriei e gli inglesi per quelli di Cornwall;
3) enorme costo del trasporto dei caolini dalle cave a Civitavecchia, anche per lo stato della Via Claudia, la quale presenta numerose pendenze e contropendenze fino al 14 per cento.

Il De Marchi (1), già fin da quell'epoca, attribuisce a quest'ultima causa l'importanza di arrecare danni enormi, e quindi ostacolare lo sviluppo di ogni industria di quella regione; industria ceramica, dell'allume, del ferro, ecc.  Tutti coloro che si occuparono dei caolini della Tolfa, auspicano, che, eliminate quelle cause sfavorevoli, si possa procedere all'utilizzazione di una ricchezza nazionale, ora giacente inoperosa, piuttosto che vedersi costretti a ricorrere ai prodotti esteri. Il De Tournon (2) dopo aver parlato delle fabbriche di maiolica e terraglie di Civitacastellana, così allude ai caolini della Tolfa, per dimostrare che tale importante minerale, non viene ancora utilizzato. « Mais on ne tire pas de cette matière précieuse tout le parti pos« sible, car c'est à la France ou à l'Angleterre que Rome demande la « poterie fine et la porcelaine, que cependant, elle pourrait fabriquez, « puisq'on trouve près de Civitavecchia du quartz propre à donner du  kaolin ».  Dunque è uno straniero che ci ammonisce a sfruttare le nostre ricchezze ed emanciparsi dall'estero anche per questo prodotto, prima che il R. Governo in una circolare 1. maggio 1872, del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, ordinasse che si facessero indagini, circa le argille esistenti nelle diverse contrade d'Italia, ed invitava gli Ingegneri del R. Corpo delle Miniere ad avere particolare cura, nei loro viaggi d'ispezione, a questa importantissima materia. In seguito a queste indagini, furono fatti dei saggi dalla Ditta Ginori, con tutti i caolini trovati, e quelli di Tolfa dettero dei risultati ottimi. Il Zezi (3), parlando appunto, come risulta dal titolo dei suo libro, dei caolini d'Italia, in generale, attribuisce il mancato sfruttamento al fatto che quasi tutti i depositi dei nostri caolini si trovano in regioni assai remote dai centri di industria e di consumo, e perciò non possono venire lavorati con molta utilità. Torna su

(1) Opera citata.
(2) Opera citata.
(3) I caolini e le terre refrattarie in Italia » Torino, 1875.

Parlando poi particolarmente delle cave di Tolfa dice: « Le cave aperte producono annualmente 1.500 tonn. di caolino « ma sarebbero suscettibili di una produzione maggiore. Mediante una « scelta accurata, sarebbe facile separare le diverse qualità, riservando « le migliori per la fabbricazione delle porcellane e terraglie fine ». Dopo gli esperimenti fatti, i caolini di Tolfa, sono stati dichiarati abbastanza refrattari, ed atti alla fabbricazione delle terraglie fini e delle porcellane, per le numerose prove fatte nel Museo industriale di Torino e, dal sig. Picozzi già citato; inoltre, sempre per ciò che riguarda la loro refrattarietà, si espressero molto favorevolmente tre illustri uomini, noti nell'industria ceramica, e cioè: il sig. Richard comproprietario della Società Ceramica di Milano (S. Cristoforo); sig. Lorenzini direttore per molti anni della Manifattura Ginori e Doccia presso Firenze; il sig. Giusti chimico valente in quest'ultima manifattura. Dunque, dopo tali constatazioni, non v'è dubbio sulla bontà ed anche sulla quantità dei caolino di Tolfa; ed allora perché non utilizzarlo? Fra le regioni che posseggono i depositi di caolino il Zezi, comprendeva indubbiamente anche quella di Tolfa, più che remota dai centri di industria, per l'enorme costo dà trasporto che grava sul prezzo della materia prima a Civitavecchia, che ascende oggi a L. 25 la tonn. Si noti che presentemente, la Società dei caolini romani « Tagliacozzo e C. » ha abbandonate le cave, la cui ubicazione designammo qui sopra, ed escava il caolino o terre caolinizzate e materiale refrattario ad ovest di Allumiere, presso le miniere delle allumiti. La Società produce presentemente caolino in polvere, che esporta per cartiere e saponerie, terre refrattarie per un quantitativo che poco si discosta dai dati che esporrò qui sotto, esaminando la produzione di ,tali cave, nel periodo 1896-1913. Si noti che tali dati, desunti dalla Rivista del servizio Minerario, comprendono il solo caolino e terre, parzialmente caolinizzate; per gli altri prodotti non si trovano indicazioni specifiche.

Produzione e prezzi del caolino nel periodo 1896-1913

Anno

Produzione

in tonn.te

Valore unit.

p. Tonn.te

N°. operai

impiegati

 

OSSERVAZIONI

1896

1897

1898

1899

1900

1901

1902

1903

1904

1905

1906

4907

1908

1.909

1910

1911

1912

1913

500

500

500

1500

1500

1500

1500

1300

900

9 00

900

900

900

900

900

900

900

900

35

35

35

35

35

35

35

33

33

33

33

33

33

33

33

33

33

33

20

20

20

20

20

20

20

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

15

La produzione del caolino

continua alla Bianca presso

Allumiere, ma in iscala molto

limitata. Il prodotto si vende

in parte allo stato naturale, in

parte polverizzato e serve

specialmente per la carica

della carta nelle cartiere. Nel-

la fornace annessa alla cava,

si produssero circa 5000 mat

toni refrattari.

I dati statistici precedenti ci rivelano la stasi profonda di questa industria, dovuta in gran parte alle cause sfavorevoli succitate, oltreché alla noncuranza ed alla grettezza di quella Società concessionaria la quale, forse paga dei modesti margini di guadagno che ritrae dall'impresa, non si prende la bega di iniziare qualche seria ricerca presso le antiche cave ove trovansi l'argilla plastica di cui ho parlato, introdurre qualche modifica nel suo ancora rudimentale e piccolo stabilimento, interessarsi insieme agli Enti locali per migliorare le condizioni del trasporto, e tante altre cose che io non dovrei suggerire ad una società industriale. Ma che razza di industriali sono costoro che restano per parecchi decenni nelle solite condizioni iniziali, senza punto apportare la minima modificazione alla produzione, sia rispetto alla quantità, come alla qualità del prodotto? Un minerale così importante si conceda ad industriali attivi e sagaci sé vogliansi che esso apporti un buon contributo alla provvista del fabbisogno per la nostra industria ceramica. Alcune cifre rispetto alla produzione e commercio generale italiano del caolino, ci possono far meglio comprendere, quanto cammino dobbiamo ancora fare per renderci indipendenti dall'estero, data la nostra progredita industria ceramica: Torna su

Produzione e commercio del Caolino in Italia 

 

Anno

 Produzione

in Italia

tonnellate

Importazione

tonnellate

Esportazione

tonnellate

OSSERVAZIO NI

1910

5400

31863

96

 

1911

5930

28301

158

 

1912

7650

25577

83

 

191,4

11920

25792

82

 

1913

14680

28240

95

 

1915

13920

15821

76

 

1916

25106

17986

-

 

1917

15570

14322

-

 

1918

10584

6880

-

 

1920

19072

10041

13

 

1919

10323

21103

47

 

1921

9985

16549

7

 

1922

7687

18182

Il

 

1923

-

-

-

 

Come vedesi i dati suesposti sono eloquentissimi; nel periodo prebellico, quando la nostra industria è in piena attività, il fabbisogno è abbastanza notevole, riprende poi la via ascensionale nel periodo postbellico, quando si ridesta, con ritmo accentuato l'attività economica generale. Di fronte al quantitativo che importiamo la nostra produzione è ben poca cosa; è necessario fare seriamente di più rispetto allo sfruttamento dei depositi che abbiamo  in Italia. Per ciò che riguarda i caolini della Tolfa, io credo che a far prosperare quest'industria è condizione « sine qua non » una forte riduzione nel costo del trasporto, che si potrà ottenere solamente con la ferrovia Civitavecchia Le Cave, ponendo così i nostri caolini in grado dì sostenere la concorrenza estera. Inoltre, occorrono concessionari intraprendenti ed esperti i quali potrebbero far rifiorire l'industria estrattiva, mediante la sagace iniziativa privata, non escludendo la possibilità di far sorgere sul  luogo una fabbrica di prodotti ceramici, che compenserebbe largamente il capitale in essa investito.

Torna su
Avanti