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Zeno Vignati
 

 

PROF. DOTT.           ZENO VIGNATI
ORDINARIO NEI  RR ISTITUTI TECNICI
Esempio di riordinamento di una  importantte proprietà colIettiva
L'Università Agraria
DI
TOLFA
AREZZO
Stab. Tipografico I. Beucci
1930 – VIII

Ambiente

Il territorio di Tolfa si svolge sopra una superficie di ettari 16780 di natura collinosa, in alcune parti montuosa; è attraversato da profondi valli fra le quali una, la principale, in forma di vasta conca semicircolare, collinosa nel suo fondo, che delimita nettamente verso Est il massiccio della TOLFA dall'altopiano della Manziana.
Solcano il territorio diversi torrenti aventi per spartiacque il rilievo montuoso: M. Ascetta, M. Palarese, M. Acquatosta, Monteianne, le Spiagge. A Sud di questa linea, le acque si raccolgono nei torrenti Rio Fiume ed Eri, che sfociano in mare nel tratto di costa fra S. Marinella e S. Severa: a Nord della linea detta, le acque si raccolgono nel torrente Mignone che le convoglia in mare nel tratto di costa tra Civitavecchia e Tarquinia.
Il terreno in parte é di origine pIutonica con roccie intrusive (trachiti) ed effusive (tufi vulcanici); in parte di origine nettunica (terreni eocenici).
La regione é cosparsa di un discreto numero di fontanili che si presentano poveri di acque specialmente nella stagione estiva; però, la presenza, di numerosi acquitrini ovunque, riscontrantesi, lascia dedurre che non debba fare difetto l'acqua nel sottosuolo.
Il clima, in grazia della latitudine e vicinanza al mare del territorio in esame, é temperato e non soggetto a forti sbalzi. Le piogge sono generalmente abbondanti nel marzo, un po' meno frequenti nel Maggio; nulle, meno qualche rara pioggia temporalesca, nel periodo che va da giugno a settembre-ottobre; più frequenti dall'ottobre al dicembre. Il vento dominante è il libeccio.
Viabilità: Le strade che attraversano il territorio, all'infuori della provinciale che unisce Tolfa a Civitavecchia ed a Manziana, sono poche e queste, mulattiere, spesso quasi impraticabili agli stessi animali da soma, data la loro pendenza od il miserevole stato di manutenzione.

Indirizzo economico della regione

L' economia della regione è quasi esclusivamente agricola. L' indirizzo colturale è estensivo discontinuo con maggese e riposo, per ciò che concerne la produzione cerealicola; silvo pastorale con allevamento brado del bestiame, per quanto si riferisce alla utilizzazione dei riposi, dei pascoli permanenti e dei boschi.
Sotto questo riguardo, ci troviamo evidentemente di fronte ad una agricoltura povera, caratteristica dei paesi di montagna o non bonificati; invero, la regione di Tolfa non è di vera e propria montagna né é povera di fertilità; ma, in molti casi, essa ha della regione di montagna tutte le peculiari caratteristiche e, se non è povera per fertilità, lo è invece per deficienza di comunicazioni e per scarso investimento sul suolo di capitale agrario. Se aggiungiamo a ciò la speciale distribuzione della proprietà, che trovasi in massima nelle mani degli Enti, e l'esistenza di numerose servitù che irretiscono la maggior parte del territorio, ci spieghiamo ed anche giustifichiamo l'attuale indirizzo economico-culturale della regione.
E' ormai pacifico che i sistemi colturali e lo sviluppo agrario di un determinato territorio, sono in perfetta corrispondenza con le condizioni tecniche ed economiche dell'ambiente: ad un determinato ambiente corrisponde un determinato indirizzo colturale.
Sotto questo riguardo, l'agricoltura tolfetana deve ritenersi logica e razionale.
L' evoluzione nei sistemi colturali della regione, perché possa attuarsi con serietà di propositi e con speranza di successo, dovrà essere preceduta dalle opportune e graduali modificazioni nell'ambiente (costruzioni di strade, nuove forme di godimento della terra, istituzione di villaggi rurali, ricerca e raccolta delle acque ecc.). La bonifica integrale, intrapresa dal Governo Nazionale, si ispira appunto al principio suesposto.
Ciò premesso, diciamo che la vita economica della popolazione di Tolta (5000 ab. circa) si esplica sotto varie forme di attività agricola, prima fra tutte l'esercizio dell' agricoltura discontinua e quello della pastorizia. Non dobbiamo tacere però di altre forme di attività quali la coltura viticola e quella ortense, che rivestono una notevole importanza e si esplicano in terreni limitrofi o non eccessivamente lontani dall'abitato. L'estensione superficiale di queste proprietà, raramente raggiunge l'ettaro; ma, complessivamente, si tratta di una ragguardevole estensione aggirantesi intorno ai 200 ettari.
Per ciò che concerne le occupazioni degli abitanti di Tolfa, diciamo subito che esse quasi mai interessano una sola determinata attività. Il più delle volte  l’operaio  proprietario o bracciante  integra le sue occupazioni di pastore con l'esercizio della semina e, spesso, con la conduzione diretta di piccole proprietà coltivatrici, specialmente vigneti; molte volte il piccolo proprietario diretto coltivatore, trova la sua maggiore occupazione in opere di artigianato (falegname, muratore, fabbro ecc.); quasi sempre il bracciante, oltre, all'esercizio della semina in terreni presi a terratico dagli Enti o dai privati, vende la sua opera giornaliera per l'esecuzione di lavori di scasso, di vangatura, di rincalzatura e di zappatura delle vigne; per i lavori di mietitura e di trebbiatura del grano ecc. Svariati quindi sono i modi con i quali gli abitanti di Tolfa integrano la propria attività; noi abbiamo solo accennato a qualcuna delle molteplici combinazioni esistenti. Aggiungiamo che l' operaio di campagna, il quale viene detto « campagnuolo » e non contadino, risiede in paese ove normalmente fa ritorno alla sera dopo il lavoro; solo allorché deve esplicare il proprio lavoro lontano dai paese, quasi sempre per le operazioni concernenti la semina e la raccolta del grano, si ferma in campagna l'intera settimana, dormendo in primitive capanne.
Attualmente, grazie alla concessione di terreni da porsi a coltura agraria, fatta dalla Università di Tolfa ai vari utenti che ne hanno avanzato domanda, il bracciantato tende a scomparire, e ciò porta come conseguenza ad un notevole rialzo nel livello dei prezzi della mano d' opera giornaliera.
Per ciò che si riferisce alla distribuzione della proprietà, precisiamo che i seminativi, i boschi ed i pascoli, sono in gran parte nelle mani degli Enti, primo fra tutti l'Università Agraria alla quale appartengono, in qualità di utenti, tutti i cittadini; i vigneti e gli orti, salvo quelli istituiti nelle accennate quotizzazioni, sono di proprietà privata.
Per ciò che concerne i rapporti fra proprietà ed impresa, abbiamo la piccola proprietà imprenditrice lavoratrice e la piccola proprietà imprenditrice lavoratrice capitalistica per i vigneti e gli orti; l' affitto annuo con canone in derrate  terratico  per i terreni dati in semina ad imprenditori lavoratori, o ad imprenditori lavoratori capitalisti; la fida (1)  Una determinata quota in danaro per ogni capo di bestiame tenuto al pascolo. per i pascoli di dominio collettivo concessi al bestiame bovino ed equino; il fitto annuo per i pascoli concessi al bestiame ovino indigeno, oppure a quello scendente dalla montagna (transumante).
I boschi sono compresi nella fida dei pascoli e, per ciò che concerne la loro utilizzazione, vengono venduti in piedi all'asta pubblica.
Semina: Per la semina vengono eseguiti i cosidetti turni di quarteria; generalmente però si segue una rotazione quinquennale con semina su maggese, ringrano (colte), tre anni di riposo. . Il terreno annualmente seminato si aggira intorno ai 1000 ettari oltre 700 appartenenti all'Università Agraria in proprietà o, in parte, da questa tenuti in affitto (tenuta di S. Severa, tenuta di Rota).
il terreno seminato da ciascun coltivatore in molti casi si limita ad una superficie necessaria alla produzione del grano per il consumo famigliare; spesso però ne è notevolmente superiore. La produzione media per ettaro si aggira intorno ai 9 quintali.
Produzione vinicola: Il terreno destinato a vigneto, di quasi esclusiva proprietà privata, si aggira intorno ad ettari 200 con una produzione media di 7-8000 ettolitri. Il vigneto si va estendendo notevolmente nelle concessioni di coltura fatte dalla Università Agraria. Però non possiamo non rilevare come si prospetti, per questo fatto, una prossima crisi vinicola in paese, non essendo il vino di Tolfa di qualità tale da potere essere esportato. Occorrerebbe, invece, dare incremento alla piantagione degli olivi che nel territorio mancano quasi completamente, mentre può affermarsi con certezza che, in diverse zone, troverebbero le condizioni più adatte per prosperare.
Produzione orticola: Per la produzione orticola, in vista della  complessità dei prodotti, non è possibile fornire delle cifre; solo possiamo osservare che essa basta non solo al consumo locale, ma se ne fa oggetto di una notevole esportazione nel vicino mercato di Civitavecchia. La produzione orticola tende ad allargarsi in virtù delle ripetute concessioni di coltura fatte dalla Università Agraria, diverse delle quali sono provviste di acqua.
Bestiame: Il bestiame continuamente residente nel territorio può fissarsi nelle seguenti cifre:

Bestiame vaccino da produzione capi 1700
»          da lavoro »  150
»          cavallino da produzione »  500
»                      »          da lavoro »  200
Ovini  »  2000

      
Durante la stagione invernale scendono dalla montagna, per poi risalirvi alla fine della primavera, non meno di 2-3 mila capi ovini.
Quasi tutto il bestiame pascola nei terreni dell'Università Agraria, o da questa tenuti in affitto.
Non sembri inutile il nostro rapido sguardo alle condizioni economiche generali della regione di Tolfa. Per chi si accinge a trattare un argomento di una certa importanza quale è quello del riordinamento della proprietà silvo-pastorale di un Ente che, può dirsi senza tema di esagerare, dà il tono alla vita economica del paese, é di fondamentale importanza non ignorare le condizioni di vita della popolazione della regione. Solo in tal modo, L'Autorità che deve esaminare ed eventualmente approvare, può avere gli elementi necessari per esprimere un sicuro giudizio.

L’Università Agraria di Tolfa (I)
 (Per gli scopi che si prefigge l'Università Agraria e per il modo come vengono esercitati i diritti d'utenza, riportiamo in appendice alcuni articoli estratti dal regolamento dell' Ente, approvato dalla Giunta Provinciale Amministrativa in data 1 Febbraio 1921.)

CENNI STORICI

Secondo un memoriale redatto dal Cardinale Mertel, il Pontefice Giulio II nel 1310, accogliendo « benignamente » la domanda degli allora poveri agricoltori di Tolfa, concedeva ad essi terre da semina nelle tenute fertili di Bandita Grande, Casale, Vallecardosa.
Un decreto Camerale del 18 dicembre 1535, ci dice come la Reverenda Camera Apostolica, concedesse a colonia perpetua, alla Comunità, le terre sopradette.
Non é possibile avere la data precisa.; ma certo fin da quell'epoca, sorsero nel paese due associazioni: 1'una detta dei « Boattieri » che si riprometteva la coltura dei cereali, l'altra dei « Moscettieri » che esercitava 1'industria della pastorizia.
Il 19 dicembre 1778, sotto il Pontificato di Pio VI, le due associazioni anzidette, protette dal Comune e solidale esso stesso, ottennero la trasformazione del contratto di colonia perpetua delle già dette terre, in enfiteusi perpetua a tutto frutto (anche al godimento delle erbe) e, sotto la stessa data, con la stessa forma di contratto, ottennero altresì le tenute Camerali denominate: Pantanelle, Monti S. Caterina, Monti Acquatosta, Valle Ascetta, Maniconi d'Ascetta, Monte Palarese, Capannone, Sconfitta, Carbonare, Valgioncosa, Montecastagno — che già erano state concesse in affitto alla Comunità ed all'Università dei Moscettieri.
Successivamente, la Comunità passava ai due Enti formatesi il diritto di pascolo invernale sulla porzione a lei spettante, e ciò per dare maggiore incremento alle due associazioni alle quali appartenevano tutti i cittadini, non esistendo ancora, molto probabilmente, la classe dei braccianti.
Il 14 giugno 1826, la vicina, frazione di Allumiere, regnando Papa Leone XII, veniva eretta in comune e, come dote di territorio, venivano concesse alla nascente Università di Allumiere le tre tenute: Casale, Valle Cardosa, Bandita Grande.
In seguito a questo fatto, le due Università esistenti nel Comune di Tolfa, si fusero in una, ed il 15 gennaio 1870, Papa Pio IX sanzionò il nuovo statuto dell'associazione.
L'Università così formatasi, fece nuovi acquisti fra cui quello dei boschi nelle tenute sopra menzionate, il cui taglio la Camera Apostolica s'era riservato. L'acquisto fu fatto dal Monte di Pietà, a cui il diritto di taglio dei boschi era pervenuto dopo il 1870, attraverso il demanio dello Stato.
Ultimamente poi (1923), l'Università ha proceduto all'acquisto della tenuta di S. Ansino.
Complessivamente ora l' Ente si trova in possesso di oltre 5000 ettari di terreno.
Usi civici: Nelle tenute Marano, Pian Cisterna, Pian de' Santi e Campi di S. Lucia, per l'estensione di rubbia 260 pari ad ettari 480.58.40, il Comune ha il diritto di pascolo estivo da esercitare con ogni specie di bestiame giusta l'istrumento redatto nel 1784.
Nelle altre tenute ex comunali, pervenute con istrumento 1878 (enfiteusi perpetua), il popolo di Tolfa ha il diritto di pascolo estivo da esercitare solo con bestiame grosso bovino ed equino.
Sopra tutti i boschi dell' Ente, esiste per la popolazione il diritto di raccolta della legna secca.

Bilancio dell'Ente (1) I dati sono stati forniti dal Segretario dell' Ente,

Principali titoli d' entrata dai terreni di proprietà:

Affitto delle erbe alle pecore . L. 250.000
Fida bestiame degli utenti . . . L. 65.000
Corrisposta terratici  L. 120.000
Terreni a coltura e ristretti  .   L. 46.000
Canoni terreni affrancati . .   L. 10.000
Mezzagne falciative . . . .     L. 20.000
Taglio ordinario boschi cedui . . L. 100.000
 Totale entrate ord. L. 611.000

Principali titoli di uscita:

Imposte e tasse L. 150.000
Stipendi ed assegni L. 80.000
Canoni e censi . .    . .   L. 30.000
Rata mutuo . . L. 68.000
Interessi di capitali in prestito  L. 10.000
Manutenzione della proprietà . .    L. 80.000
Impreviste, lavori peritali, sussidi ecc. L. 100.000
Totale Uscite ord. L. 518.000

Proprietà dell' Ente

Larghe seminative e pascolive

 

Denominazione dei terreni

 

Superficie

Ha.      a.         c.

 

Tenuta

1

Para del Lupo

60

98

40

T. Vallecardosa

2

Campo della fiera

51

74

40

»

3

Chiavaccio

51

74

40

»

4

Para dell'Asino

11

08

80

»

5

Cicuguola

81

31

20

»

6

Sferracavalli

12

93

60

T. Pantanelle

7

Galeraccia

42

50

40

»

8

Spargeto

12

93

60

»

9

Catenare

33

26

40

»

10

Pantanelle e Stazzalone

277

20

00

»

11

Pantanelle e Femminamorta

92

40

00

»

12

Sconfitta, Carbonare, Puntoncino
e porzione Lasco della Capra

205

68

00

T. Sconfitta

13

Termine e Lasco della Capra

73

02

00

»

14

Vallascetta

231

00

00

T. Vallascetta

15

Maniconi

62

83

20

»

16

Macchie

295

68

00

»

17

Capannone

90

55

20

»

18

Larghe Monteacetino

25

87

20

»

19

Valgioncosa

101

64

00

»

20

Monte Castagno.

91

08

80

»

21

S. Ansino

388

00

00

T. S. Ansino

22

Campi            S.Lucia, Nocchia, Graziola, Spinare, Gatta pelosa

369

60

00

»

23

Marano

317

16

30

»

24

Pian Cisterna

55

45

20

»

25

Pian   de' Santi

81

56

60

»

26

Poggio della Stella

51

74

40

»

 

Totale Ha.

3259   

  90    

10

 

Boschi di proprietà dell' Ente
  


Denominazione boschi

Tenuta

Tenuta

Anno in cui venne eseguito il taglio

Forma di governo

Ha.

a.

c.

1

Gli       Sbalzi

Valgioncosa

21

18

08

915-916

Ceduo matricinato

2

Morre

Pantanelle

22

64

28

917-918

»          »

3

Monte Acquatosta

Vallascetta

284

19

12

917-918
918 919

 

»          »

4

Sbroccati

Sbroccati

83

17

80

917-018
918-919

 

»          »

5

Quartaccio

Vallecardosa

256

46

42

920 021

»          »

6

1° Zona Monti S. Caterina

»

203

30

77

921-922

»          »

7

2° Zona Monti S. Caterina

»

202

07

50

922-923

»          »

8

Montagna di S. Ansino e Fossa cupo

S. Ansino

369

68

20

923-924

»          »

9

Monte Acetino

Capannone

92

42

00

923-924

»          »

10

Monte Palarese, Ascetta Alta,
Punton di Spadi

Macchie

147

84

20

923-924

»          »

11

Lascone e Poggio del Finocchio

Pantanelle
Marano

77

50

00

_____

»          a capitozza

12

Soline di Monteianne   e  Cerrobuco

Pantanelle

90

34

02

926-927

»          matricinato

 

 

 

 

 

 

Totale superficie      boscata Ha.

1850

82

49

 

 

                                              

Descrizione della proprietà forestale

Bosco Sbroccati

Ceduo matricinato misto con molto castagno, di cui diverse piante innestate a frutto; superficie ettari 166.35.60 di cui ettari 16 circa occupati dalle cave di allume, dagli spurghi delle cave, dalle scogliere ecc.
Confini. Nord: strada delle Cave e confine con Allumiere -Est: strada delle Cave e proprietà privata - Sud: strada provinciale Tolfa-Allumiere e vecchia strada rotabile - Ovest: confine con il territorio di Allumiere.
L' esposizione predominante del bosco è quella di Sud-Est: la sua altitudine va dai metri 411 ai metri 559; la pendenza media è del 30 %. Le condizioni di fertilità del bosco sono buone; la matricinatura é normale.
L' esbosco degli assortimenti viene effettuato sulla strada provinciale nel tratto Tolfa-Allumiere. Il mercato pii prossimo è quello di Civitavecchia a circa Km. 22 dal punto di riunione del materiale boschivo sulla strada provinciale. L'assortimento principale è il carbone; ma, allungando convenientemente il turno fra i 12 ed i 15 anni, potranno rilevarsi dal castagno notevoli assortimenti in doghe per botti, palerie ecc. Nei tagli di utilizzazione e per le zone di maggiore fertilità e più prossime alla strada provinciale, occorrerebbe favorire il propagarsi del castagno.
Il ricavato del taglio del bosco Sbroccati, appartiene per metà al Comune di Tolfa e per metà all' Università Agraria di Tolfa.

Bosco Monte Acquatosta

Bosco ceduo matricinato sito in tenuta Pantanelle, avente la superficie complessiva di ettari 284.19.12. Il bosco presenta alcune radure (larghe) sulla cima; ai margini, specie nel versante Ovest che degrada verso il fosso delle Morette e più precisamente al disopra della zona Sferracavalli, presentasi cespugliato intristito, oppure rado e con roccie affioranti.
I confini del bosco sono i seguenti: Nord: seminativo pascolivo Lo Spargeto, dello stesso proprietario ed il fosso delle Morette - Est: larga. Macchie Maniconi dello stesso proprietario lungo la mulattiera che conduce alla tenuta di S. Ansino — Sud: appezzamento pascolivo dello stesso proprietario e bosco della Montagna sempre dello stesso proprietario, lungo il fosso di Monte Ansino — Ovest: fosso delle Morette e larghe Sferracavalli, Galeraccia, Spargeto appartenenti allo stesso proprietario.
Una mulattiera attraversa la zona boscata da Sud-Ovest a Nord-Est, passando per il fontanile delle Catenare che trovasi al margine del bosco. L'altitudine massima é di metri 520, la minima di metri 120; la pendenza è variabile; come media possiamo assumere il 30 %.
Il bosco ricoprendo l'intera montagna, presenta tutte le esposizioni; ma le predominanti, sono quelle di Ovest, Sud-Ovest e Sud. Il terreno in alcune parti profondo, in altre, specie verso Sud-Ovest, superficiale e con roccie affioranti, è di natura calcareo-siliceo-argillosa.
Condizioni vegetative del bosco - specie che lo compongono - matricinatura. Il bosco presentasi in ottime condizioni sia per densità sia per rigoglio vegetativo salvo, come già abbiamo accennato, verso il versante Ovest Sud-Ovest ove, al disopra delle larghe pascolive seminative, presentansi alquanto danneggiato dal pascolo abusivo, oppure vegeta sopra un terreno povero e roccioso. Le specie che compongono il bosco sono il cerro e la rovere in prevalenza; ad ogni modo, altre specie vi sono rappresentate quali il carpino, l'acero, l'olmo, ecc.
Sparse: sulla superficie trovansi circa 240 piante adulte che meritano di essere utilizzate.
La matricinatura é costituita da 40 piante del turno precedente e 20 del turno in corso, per ettaro di terreno boscato.
Cure di cui abbisogna il bosco. Occorre che nel taglio siano riservate in modo assoluto tutte le matricine dei turni precedenti in buone condizioni vegetative; che, nella scelta delle nuove, si prescriva in ogni caso la loro provenienza da seme; che si dia la preferenza alle matricine di rovere o cerro; che siano succise rasente terra le zone intristite; che nella zona con roccie affioranti e povera di terreno, si tenti la propagazione del leccio con semina di ghiande. Dobbiamo aggiungere, ben inteso, 1'assoluta riserva dal pascolo di ogni specie di bestiame, fino a contrario avviso dell'Autorità Forestale.
Turno più conveniente. Attese le condizioni di clima, di terreno, ed in considerazione delle specie che compongono il bosco, dalle quali potrò ricavarsi ottimo carbone di cannello, si ritiene che il turno più conveniente sia quello di anni 12.
Il bosco avendo attualmente l' età di anni 12 presentasi maturo al taglio.
Posizione del bosco di fronte al mercato. Data la distanza del bosco dai centri di smercio, l'utilizzazione più conveniente è la riduzione della massa legnosa in carbone. Il carbone, caricato a dorso di mulo partendo dalle carbonaie, viene condotto alla più prossima stazione di S. Severa che dista in media Km. 8. II prezzo di esbosco si aggira intorno alle lire 5 al Q.le.
Ci risulta che nell'ultimo taglio furono ricavate dal bosco  some 6600 di carbone pari a circa mc. 6600 di legna.
L' incremento medio del bosco, togliendo le zone vuote o cespugliate, è risultato mc. 2,5 per ettaro.

Bosco Monti S. Caterina

Bosco ceduo matricinato di rovere e cerro posto in tenuta Vallecardosa, della superficie complessiva di ettari 405.38.27 interamente boscata.
Confini. Nord- tenuta Bandita Grande e fosso di Monteianne - Est: bosco Pozzo di Ferro della tenuta di S. Severa, lungo il fosso Rio Fiume - Sud: Rio Fiume - Ovest: larghe seminative pascolive del Campo della Fiera, Chiavaccio, Para dell'Asino, Cicugnola; tutte dello stesso proprietario.
Una mulattiera ed altri sentieri attraversano la zona boscata; così pure essa è attraversata dall' acquedotto che porta l'acqua del Mignone a Civitavecchia. L' altitudine massima del bosco è di m. 386, la minima di m. 70; la pendenza è variabile; come media possiamo assumere il 30 %,. Il bosco presenta tutte le esposizioni; ma, le più notevoli, sono quella di sud-est, di Ovest e di nord.
Il terreno, profondo lungo le falde esposte ad ovest, ed a nord, presentasi povero e con rocce affioranti sul fianco sud est della montagna che sovrasta Rio Fiume. La natura del terreno è calcareo-siliceo-argillosa.
Condizioni vegetative del bosco, specie che lo compongono, matricinatura. Le specie dominanti sono il cerro e la rovere; vi sono rappresentate altre specie secondarie in minima proporzione. Le condizioni vegetative sono ottime nel versante nord, buone nel versante ovest, scadentissime nel versante sud-est. Quest'ultimo versante presentasi, come abbiamo detto, povero di terra, scosceso in alcune parti e con roccie affioranti; la vegetazione vi risulta radissima e stentata; fra le poche roveri o cerri esistenti, prendono il predominio i perastri e numerosi olivastri. La matricinatura del bosco piuttosto scarsa: circa 50 matricine per ettaro, in prevalenza di due turni.
Cure di cui abbisogna il bosco. Aumentare la matricinatura, rispettando in modo assoluto le matricine dei turni precedenti; tentare, come abbiamo detto per il bosco Monte Acquatosta, la propagazione del leccio mediante semina, nella zona povera e rocciosa.
Turno più conveniente. Attese le condizioni di clima, di terreno ed in considerazione delle specie che costituiscono il bosco, si ritiene che il turno piú conveniente debba oscillare fra i 12 e i 15. anni. Attualmente il bosco, risulta diviso in due sezioni eguali, aventi l'età di anni 8 e di anni 7.
Posizione di fronte al mercato. L' utilizzazione piú conveniente risulta essere la riduzione della legna in carbone. Il carbone viene esboscato a dorso di mulo seguendo i sentieri interni del bosco e, con lo stesso mezzo, viene portato alla stazione di S. Severa che dista, in media Km. 6-7. Il prezzo di esbosco alla predetta stazione può fissarsi in lire 4,50 al quintale. Risulta che nel taglio di utilizzazione ultimo, furono ricavate some 10.000 di carbone pari a circa mc. 10.000 di legna.
L' incremento medio annuo per ettaro è risultato per l' intera superficie di mc. 2,8; ma, se si tiene conto solo della zona in ottime e in buone condizioni (due terzi del!' intero bosco) esso può farsi ascendere ad oltre mc. 3 per ettaro.